Castello di Romena
Il nome del Castello di Romena deriva da “Ormena”, toponimo di origine etrusca. Questo colle, infatti, risulta abitato sin dall’antichità da popolazioni pelasgiche, etrusche e romane.
Il Castello fu costruito probabilmente intorno al X secolo, in quanto risulta menzionato nei documenti già nel 1008 come possedimento di Guido Alberto, Marchese di Spoleto. Questo passò poi per via matrimoniale in mano ai Conti Guidi, signori della Romagna e del Casentino, che lo tennero fino al 1357, quando fu venduto a Firenze per 9600 fiorini d’oro.
Con la fine del Granducato, Romena divenne sede del Comune per poi essere abbandonato dopo che ne fu decisa l’abolizione. Danneggiato dal terremoto del 1678 e dalla popolazione locale, che lo utilizzò come cava di pietra per la costruzione di case e fattorie, il castello fu infine acquistato all’asta nel 1768 dal Conte Ascanio della famiglia Goretti de’ Flamini, che ancora oggi ne detiene la proprietà.
Il castello consisteva in origine in tre grandi torri centrali e undici torrette a rinforzo delle cinte murarie esterne.
In fondo alla grande piazza d’armi, è possibile riconoscere la torre della prigione, più larga rispetto alle altre e caratterizzata da una grande scarpa. Qui i prigionieri accedevano dall’alto e venivano calati giù attraverso una botola nel pavimento. A quanto pare più era grave il reato commesso, più i prigionieri venivano calati in basso: questo sistema di punizione a vari livelli sembra aver dato a Dante, che soggiornò qui durante il suo esilio, lo spunto per la struttura dell’Inferno.
Romena è infatti ricordata da Dante Alighieri nel XXX canto dell’Inferno, composto proprio qui, a proposito di Mastro Adamo da Brescia, falsario al soldo dei Conti Guidi catturato ed arso vivo in una località che, proprio a causa di questa vicenda, prende il nome di Omomorto.
La grande torre al centro della corte è la torre di Postierla, munita di ponte levatoio, dalla quale si accede all’area del Cassero. Qui risiedevano i signori con la loro famiglia, protetti dal fossato e dagli uomini di guardia sulle torri e sui camminamenti di ronda in cima alle mura. In questa zona si trova anche la torre del Mastio, la più alta e fortificata di tutte nonché ultima difesa in caso di assedio: da qui, un passaggio segreto conduceva fuori dalle mura del castello, permettendo agli assediati di fuggire.
Romena ispirò anche Gabriele D’Annunzio, ospite dei Conti Goretti de’ Flamini, che qui scrisse gran parte dell’Alcyone mentre contemplava il sacro monte della Verna e la bellezza dei paesaggi casentinesi.
Per maggiori informazioni
Località Romena, 11 Pratovecchio Stia (Arezzo)
Coop. Oros a.r.l.
+39 3501963285
info@orostoscana.it – www.castellodiromena.it
2 Comments
ATO
Salve, la pregherei di moderare i termini. il castello di romena è ben segnalato dal paese di Pratovecchio ed è anche aperto al pubblico con un operatore disponibile
Dino
Ma come porcaccia la madonna ci si arriva?