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Castello degli Ubertini – Chitignano

La contea di Chitignano nasce nel primo Medioevo, ma ci sono notizie di costruzioni già dal X secolo. In quel periodo si chiamava Clotiniano ed era un feudo dei conti di Chiusi, primi signori di Chitignano.

Con la morte del conte Orlando, che donò il monte della Verna a San Francesco nel 1213, la potenza dei conti di Chiusi andò declinando e nel 1261 il castello passò in proprietà al vescovo aretino Guglielmino degli Ubertini.  Il dominio di Chitignano restò in mano agli Ubertini, anche dopo che il vescovo Guglielmino era morto nella battaglia di Campaldino, fino al 1325, quando subentrò famiglia dei Tarlati.

L’esponente più importante di questa famiglia Guido Tarlati, vescovo di Arezzo e uomo d’armi. Sotto Guido, Arezzo conobbe il suo massimo splendore, grazie alle annessioni seguite alle conquiste militari.  Nel 1383 la contessa Franceschina, decise di mettere Chitignano e tutti i suoi territori sotto la protezione della Repubblica Fiorentina.

Dopo la morte di Franceschina, due dei suoi nipoti ordirono una congiura contro la Repubblica Fiorentina alleandosi con i conti di Romagna e di Chiusi della Verna. I rivoltosi furono sconfitti nel 1404 spogliati delle loro proprietà, che vennero incorporate dalla Repubblica nella podesteria di Chiusi.

 

Ad oggi, dell’ampia cinta muraria originaria non restano tracce, il castello è stato inglobato all’interno di un vasto complesso di edifici, assumendo l’aspetto di una villa seicentesca.

Delle tre torri, una è ben visibile con la sua merlatura, un torrione circolare si trova sotto l’odierna costruzione, mentre della terza rimangono solo le fondamenta.

La facciata del palazzo conserva ancora una “patina” medievale, con il suo portone a sesto acuto. Sulla sinistra abbiamo la porta “del Morto”, da cui venivano fatti uscire i morti della famiglia.

Entrando troviamo la corte, ornata da due colonne e da volte affrescate. A destra si accede all’antico “Corpo di Guardia”, affrescato a medaglioni e contenente i busti dei personaggi della famiglia. Al centro della volta si nota la rappresentazione cinquecentesca di una battaglia, probabile riferimento a Campaldino.

Scendendo, a circa dieci metri sotto terra, abbiamo la stanza del trabocchetto, un pozzo irto di punte e di trappole in cui venivano gettati i traditori condannati a morte.

Salendo per la scala principale si giunge agli appartamenti del Signore e, all’ultimo piano, alla “Stanza delle Sentenze”, dove venivano eseguite le condanne a morte. È ancora visibile il ceppo per il taglio della testa, condanna riservata ai nobili e alle persone di riguardo, sul quale è fissata una mannaia.

 

Per maggiori informazioni

+39 333 9104810

Orario di apertura:

Apertura su prenotazione

www.comune.chitignano.arezzo.it

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