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S. Ippolito Martire

Si tratta dell’antica Pieve castellana del Castello Tarlati databile 979 successivamente, nel 1744, trasformata in Propositura.

Le prime notizie storiche riguardanti la Pieve di Bibbiena si hanno fin dal sec. VII quando l’edificio di culto, dedicato ai Santi Ippolito e Cassiano, era ubicato in località Castellare. Il più antico documento certo che menziona questa chiesa è datato 979.

Dopo la battaglia di Campaldino, (11 giugno 1289), in cui i ghibellini aretini furono sconfitti dai guelfi Fiorentini, la vecchia Pieve subì danni irreparabili, tanto da dover essere ricostruita. Verso la metà del 1500 l’edificio fu ampliato e, tra XVI e XVII secolo, appesantito da sovrastrutture barocche poi rimosse a partire dai primi dei Novecento.

Nell’anno 1972, nel corso di alcuni scavi eseguiti, furono riportati alla luce un bellissimo portale e una grande finestra romanica nel fianco est, lungo Via Berni.

Nel 2016, in seguito alla visita del Vescovo Riccardo Fontana, la Propositura cambiò la propria dedicazione, sostituendo San Cassiano con San Donato, patrono di Arezzo, accanto all’invariato Sant’Ippolito.

L’interno della Propositura è ricco di opere d’arte., fra i dipinti troviamo una Croce dipinta della prima metà del XIV secolo, il cui autore è identificato con il nome di Maestro di San Polo in Rosso, seguace del senese Duccio di Buoninsegna, Una Madonna con Bambino e angeli di Cola da Camerino, risalente al 1424 circa, L’Annunciazione del Cosci, datata al 1580 ca, opera in stile manierista e Un dipinto di Jacopo Ligozzi del 1601 che ritrae la Vergine in gloria con il Bambino ed i Santi Michele Arcangelo e Antonio Abate. Fra le sculture un’opera lignea raffigurante la Madonna con il Bambino, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Assunta a Giona e datata al XIII secolo.

Sull’altare troviamo collocata la bellissima pala realizzata dal pittore Bicci di Lorenzo, recentemente restaurata e risalente al 1435. Questa raffigura una Madonna in Trono con Bambino e Santi, tra i quali figura anche Sant’Ippolito, dedicatario della chiesa.

Interessanti anche le vetrate, tra i cui soggetti ricordiamo Santa Chiara, con in mano il giglio bianco, e Buonconte di Montefeltro, ritratto negli ultimi istanti di vita come immaginato da Dante Alighieri.

 

Via Rosa Scoti Franceschi, 41

52011 Bibbiena (Ar)

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