Castello di Porciano
Dante, durante il suo esilio dalla cara Firenze, fu ospite nuovamente presso i Conti Guidi al Castello di Porciano nel comune di Pratovecchio Stia. Si racconta che proprio da questo castello partirono, tra il 1310 e il 1311, tre famose lettere piene d’ira “Ai Principi e Popoli d’Italia”, “Ai Fiorentini”, “Ad Arrigo VII”.
La storia narra che la repubblica fiorentina, irritata dalle lettere del poeta, mandò a Porciano l’ambasciatore fiorentino per chiedere alla famiglia dei signori che lo ospitavano di consegnare Dante Alighieri alla Repubblica.
I Conti Guidi, avvisati prima che il messo giungesse, consigliarono ad Alighieri di partire. Si racconta che Dante, in fuga dal castello, in direzione del paese incontrò chi lo stava cercando. Non conoscendolo l’ambasciatore chiese, allo stesso Dante, se il tanto ricercato Dante Alighieri si trovasse sempre tra le mura del castello di Porciano ed egli rispose: “Quand’io v’ero è v’era “.
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